Da quel 24 settembre 1961, quando Aldo Capitini organizzò la prima Marcia della Pace sventolando la bandiera arcobaleno dai sette colori, il mondo è cambiato radicalmente. Quello che è rimasto pressoché uguale è lo squilibrio tra paesi sviluppati e non, tra regioni pacificate e aree dominate dalla guerra e dalla violenza, tra popoli che hanno accesso ai diritti fondamentali e chi non ha nemmeno da mangiare. Per questo c’è ancora bisogno di impegnarsi per la pace, ribadiscono le tante organizzazioni della società civile che anche quest’anno – domenica 11 ottobre – daranno vita alla più importante manifestazione italiana «per la pace e la fraternità».
Nonostante la pandemia da Coronavirus. Che semmai ha sottolineato ancora una volta che c’è chi ha accesso alle cure e ai sistemi di prevenzione e chi no. Per garantire la sicurezza dell’evento però il Comitato promotore hatrasformato la tradizionale marcia biennale da Perugia ad Assisi in una catena umana – in forma statica e rispettosa delle norme anti Covid-19 – lunga 25 km tra le due città. Tutti i partecipanti indosseranno i dispositivi di protezione individuale e manterranno la distanza di almeno due metri gli uni dagli altri, annodando ciascuno un tratto di corda a quello dei vicini.
«È un momento difficile ma il Covid-19 non può e non deve fermare l’impegno per la pace», dicono i promotori. «Lo faremo anche per don Roberto Malgesini, ucciso a Como – dichiara il coordinatore del comitato promotore Flavio Lotti – per dire che dobbiamo fare come lui: prenderci cura degli altri, degli ultimi, dei più fragili».
«L’idea di convertire la marcia in una catena umana – spiega padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi – è una metafora di quello che oggi ci è richiesto nella società: mettere in moto una resilienza che non ceda allo sconforto, alla tentazione di richiudersi, di mollare e che continui a perseguire obiettivi che sono alti e importanti. Sono molto contento anche perché la Catena Umana della pace e della fraternità, seppur pensata da tempo, si iscrive nell’orizzonte che Papa Francesco ci indicherà con l’Enciclica “Fratelli tutti”. O prenderemo la direzione di un nuovo sviluppo oppure il mondo cadrà nella barbarie sociale». La manifestazione sarà preceduta dal meeting «Time for peace – Time to care» che si terrà a Perugia (e in altre cità italiane) il 9 e 10 ottobre.